il problema riguarda due cittadini albanesi marito e moglie.
sono arrivati in italia come turisti. nel frattempo la moglie ha avuto un figlio. la madre ha successivamente ottenuto un permesso per maternità che sta per scadere.
il padre non ha alcun permesso ma il periodo di permanenza per turismo sta per scadere. lo stesso non può rientrare in italia perchè se lo fa rischia di rimanere vittima del kanun. a prova di questa vicenda possono produrre un certificato della società dei missionari di pace e di riconciliazione albanese che spiega l'accaduto.
non hanno parenti in italia disposti ad aiutarli.
attualmente sono ospiti di una struttura pistoiese che dovranno però lasciare tra qualque giorno. i servizi sociali non possono farsene carico in quanto non sono regolarmente residenti.
quale soluzione può essere consigliata per poter rimanere regolarmente in italia ed evitare di dover tornare in albania dove il padre o il figlio rischierebbero di essere uccisi.
kanun e richiesta di asilo
-
- Messaggi: 40
- Iscritto il: gio gen 26, 2017 9:55 am
- adirmigranti
- Messaggi: 1610
- Iscritto il: gio nov 24, 2016 5:15 pm
Re: kanun e richiesta di asilo
Gentile Enrico,
la richiesta di protezione internazionale è certamente una strada percorribile in questo caso.
Come si legge dal rapporto EASO (European Asylum Support Office), la maggior parte delle richieste accolte di protezione internazionale a livello europeo sono proprio motivate da rischi legati all'applicazione del kanun (per approfondimenti https://www.easo.europa.eu/sites/defaul ... 708ITN.pdf).
La strada da percorrere per quanto riguarda il marito e il figlio è quindi sicuramente quella della richiesta di protezione internazionale, rispetto alla moglie invece le ragioni alla base della richiesta sarebbero certamente poco fondate.
Se è già stato chiesto un rinnovo del permesso per gravidanza (rinnovabile per sei mesi in seguito al parto http://www2.immigrazione.regione.toscan ... -com2-letd), la cosa migliore sarebbe fare un ricorso al tribunale dei minori ex art.31 TU (http://www2.immigrazione.regione.toscan ... ;286#art31).
Per seguire questa strada è però necessario avere almeno una dichiarazione di ospitalità o la possibilità di essere presi in carico dai servizi sociali o dal comune per indicare un domicilio, se così non fosse probabilmente l'unica possibilità che rimane è che anche la moglie faccia richiesta di protezione internazionale. Per quanto la domanda sia abbastanza infondata, si potrebbe immaginare di motivarla sull'esigenza del rischio connesso alla sua famiglia e alle esigenze di coesione familiare in stato di gravidanza e poi di minore appena nato (che rischia a sua volta la vita nel paese di provenienza).
Con la richiesta di protezione internazionale entrambi avrebbero certamente diritto a entrare all'interno del sistema di accoglienza, sarebbe però davvero da vagliare con il comune la possibilità di prendere in carico in qualche forma tutto il nucleo familiare sulla base di permessi di soggiorno più coerenti, che danno il diritto all'iscrizione anagrafica di tutto il nucleo (lui e il figlio con pds per richiedenti asilo, lei per pds stato di gravidanza e poi ex art.31 TU).
In allegato il modello C3 per la richiesta da depositare in Questura unitamente alla storia e alla documentazione.
Sperando di aver esposto con chiarezza il percorso che ci sembra preferibile, restiamo a disposizione per ulteriori chiarimenti o confronti sul caso.
Cordialmente.
la richiesta di protezione internazionale è certamente una strada percorribile in questo caso.
Come si legge dal rapporto EASO (European Asylum Support Office), la maggior parte delle richieste accolte di protezione internazionale a livello europeo sono proprio motivate da rischi legati all'applicazione del kanun (per approfondimenti https://www.easo.europa.eu/sites/defaul ... 708ITN.pdf).
La strada da percorrere per quanto riguarda il marito e il figlio è quindi sicuramente quella della richiesta di protezione internazionale, rispetto alla moglie invece le ragioni alla base della richiesta sarebbero certamente poco fondate.
Se è già stato chiesto un rinnovo del permesso per gravidanza (rinnovabile per sei mesi in seguito al parto http://www2.immigrazione.regione.toscan ... -com2-letd), la cosa migliore sarebbe fare un ricorso al tribunale dei minori ex art.31 TU (http://www2.immigrazione.regione.toscan ... ;286#art31).
Per seguire questa strada è però necessario avere almeno una dichiarazione di ospitalità o la possibilità di essere presi in carico dai servizi sociali o dal comune per indicare un domicilio, se così non fosse probabilmente l'unica possibilità che rimane è che anche la moglie faccia richiesta di protezione internazionale. Per quanto la domanda sia abbastanza infondata, si potrebbe immaginare di motivarla sull'esigenza del rischio connesso alla sua famiglia e alle esigenze di coesione familiare in stato di gravidanza e poi di minore appena nato (che rischia a sua volta la vita nel paese di provenienza).
Con la richiesta di protezione internazionale entrambi avrebbero certamente diritto a entrare all'interno del sistema di accoglienza, sarebbe però davvero da vagliare con il comune la possibilità di prendere in carico in qualche forma tutto il nucleo familiare sulla base di permessi di soggiorno più coerenti, che danno il diritto all'iscrizione anagrafica di tutto il nucleo (lui e il figlio con pds per richiedenti asilo, lei per pds stato di gravidanza e poi ex art.31 TU).
In allegato il modello C3 per la richiesta da depositare in Questura unitamente alla storia e alla documentazione.
Sperando di aver esposto con chiarezza il percorso che ci sembra preferibile, restiamo a disposizione per ulteriori chiarimenti o confronti sul caso.
Cordialmente.
- Allegati
-
- Modello_C3.pdf
- (87.85 KiB) Scaricato 827 volte